Fiumi, sorgenti e fontane
Il territorio è solcato da due fiumi maggiori: il Mucone e il Chalamo e quattro fiumi piu piccoli di una certa lunghezza: il Cieracò, il Duglia (fiume degli schiavi) affluente del Crati (km 51,59), il San Martino, il Coriglianeto che sbocca nel mare Ionio, nel 1400 chiamato( Lucifero), il Chàdamia, il Trionto, antico (Trantes o Taetris), il Galatrella (km 42,47) nel medioevo (Garlathio), ed molte altre fiumare minori. Il territorio di Acri è ricco di acque potabili, che non a caso veniva chiamato dai Romani Idrusia, e cioè “La città delle acque”, caratterizzata da diverse fontane disseminate su tutto il territorio.
Fra queste le più antiche sono la Fonte del Rinfresco e la Fonte di Pompio, oltre a due fontane antichissime del popoloso quartiere San Domenico, la fonte del Rinfresco è ubicata nei pressi dell’antico borgo della Judeica, si ritiene realizzata proprio dai Giudei, intorno all’anno 1000 dove nei pressi prima era situato l’antico quartiere ebraico; la seconda è soprannominata dal popolo “Gnesa”, nella tradizione popolare si racconta che una bella fanciulla di nome Agnese, di cui si ammirava il suo bel di dietro, contrastante con quello della sorella Rosa, brutto e foruncoloso, spinta da tante lodi per il suo fondo schiena, volle specchiarsi, ma non avendo lo specchio, pensò di farlo nelle limpidissime acque della fontana, alzandosi le vesti,in realtà quelle erano acque lustrali ed erano sacre a Hermes Psicopompo.
Le rimanenti due fontane sono poste a poca distanza l’una d’altra in un luogo che in antichità era una via importante di comunicazione, via Roma (antica via San Domenico) situata pressi del complesso conventuale della chiesa di San Domenico e del palazzo fortezza attuale sede della Comunità Montana Destra Crati, sulla dorsale destra e sinistra del fiume Chalamo, presenta una lapide marmorea del 1700 posta dai sindaci reggenti che ne dichiaravano le virtù curative per gli ammalati e gli animali e la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Mucone, per permettere i carriaggi l’attraversamento, nei lunghi mesi invernali quando il fiume era impraticabile. Un’altra fonte è quella di Turritano, (luogho della torre) che sgorga dalla montagna di Serra di Buda. Un’altra fontana storica è quella detta “dell’Acqua nova” o dell’Annunziata, perché posta nelle vicinanze della chiesa dell’Annunciazione,questa fontana fu realizzata nel 1889.
Tutto l’altopiano della Sila Greca era dal poeta e storico Norman Douglas definito un tempo “Il Granaio della Calabria”; oggi è in buona parte disseminato di boschi di conifere, e la brulla pianura è cosparsa da corsi d’acqua. Risalendo questa zona si raggiunge una vetta conosciuta con il nome di Scangiamoneta, ed ancora più in alto si può raggiungere quota 1.481 metri, giungendo così alla cima del monte Paleparto (in antico Palepatos), un luogo ideale di grande bellezza naturalistica che spazia su paesaggi montani e fra i più belli di Calabria, e forse ancora incontaminati in Italia.